La chiamavamo Cettigne, ora si scrive Cetinije

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Con meno di seimila abitanti, nel 1910 è stata la più piccola capitale del mondo.

Non è il suo unico record.

Nel 1494, e quindi soltanto quarant’anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg, Djuradj Crnojevic vi fondò la famosa tipografia cittadina che pubblicò l’ “Oktoih prvoglasnik”, il primo libro stampato in cirillico dei Balcani.

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Dove siamo?

La meta della nostra gita è Cetinije, si trova al di là dell’Adriatico ed è considerato un tesoro del patrimonio storico e culturale del Montenegro.

Destinazione molto apprezzata da chi ama un turismo distante dalla confusione e capace di regalare relax e opportunità di arricchimento personale, si trova alle pendici della montagna Lovcen e ospita un Monastero che costituisce la sede spirituale e politica del popolo montenegrino.

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Il Monastero di Cetinije, costruito nel 1701, è stato bersaglio delle occupazioni ottomane: i turchi lo hanno distrutto ben due volte (la prima ad opera del Pascià di Scutari, la seconda per mano del Visir di Bosnia), ma la gente del posto lo ha ricostruito garantendone un inossidabile splendore.

Al suo interno sono conservate un pezzo della Croce di Gesù, le reliquie di San Pietro di Cetinije (il San “Petar” tra i Patroni della nazione), la mano mummificata di San Giovanni di Gerusalemme e il famoso libro “Oktoih”.

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Il minuscolo borgo di campagna, collocato in una deliziosa atmosfera collinare a circa 600 metri di altitudine, ha la bellissima chiesa Na Cipuru (cioè “di Cipur”, dal nome del centro storico di Cetinije) che è stata Cappella di Corte e in cui oggi sono custodite le spoglie di Re Nicola e della Regina Milena, nonché quelle di Ivan Crnojevic fondatore della città.

Al suo interno una raccolta di icone realizzate nel XIX secolo dai migliori maestri di Pietrogrado (quella che oggi è San Pietroburgo).

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Realizzata nel 1886 sulle vecchie fondamenta del monastero di Cmojevic, rapidamente minata da gravi danni dovuti ad errori di analisi strutturale, venne fatta ricostruire dal sovrano Nicola I Petrovic nel 1890.

Il cognome Petrovic è la spiegazione del titolo di questo post. Una figliola, la sestogenita, di Re Nicola è all’origine dell’italianizzazione del nome di quella che è stata la sua città natale. Proprio a “Cettigne” l’8 gennaio 1873 era nata Jelena Petrović-Njegoš, che i nostri bisnonni hanno conosciuto come Elena di Montenegro e poi come Elena di Savoia, consorte di Vittorio Emanuele III e seconda Regina d’Italia.

L’aggregato urbano è solcato da una sorta di “Corso”, la Njegoseva ovvero la via in larga parte pedonale su si affacciano edifici di pregio architettonico come le vecchie sedi diplomatiche (curiosamente ancora “etichettate” a memoria dei trascorsi storici) e il Palazzo Presidenziale.

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Umberto

 

2 pensieri su “La chiamavamo Cettigne, ora si scrive Cetinije

  1. Deve essere un posto meraviglioso e rilassante.
    Grazie per la mappa di Google che posso utilizzare sul mio smartphone: raggiungere i posti suggeriti diventa proprio facile e comodo! Bella idea!
    Ludovico Beltrame

  2. Complimenti per la scelta del posto e grazie per avermi involontariamente suggerito una deviazione nell’itinerario che avevo pianificato nel mio prossimo giro in Croazia e dintorni
    Gualtiero

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