I luoghi del cinema diventano quelli del cuore. La poltrona in sala sembra quella di un jet o di una futuribile macchina che in un istante ci fa raggiungere mete meravigliose, introducendoci in ambientazioni naturali e contesti urbani che poco alla volta ci diventano familiari.
All’inseguimento di una telecamera di qualche regista famoso o semplicemente tuffandoci sul set di un film, proviamo a fare un po’ di turismo che prenda spunto dalle pellicole a 35 millimetri.
Chiudiamo gli occhi e puntiamo il dito sulla cartina geografica. Quando le nostre palpebre si alzano come il sipario, vediamo di aver giocosamente scelto la Puglia. Il polpastrello è in prossimità di Lecce e il film che ci fa da guida è “Mine vaganti”, opera del regista turco Ferzan Ozpetek che vive in Italia e che del nostro Paese è pittore della cinepresa.
La nostra passeggiata comincia da Piazzetta Carducci che nel capoluogo del barocco e del Salento è uno dei luoghi diventato di gran moda nella città proprio come quinta teatrale di Mine Vaganti prestando il bar dove lavora Elena e il palazzo in cui abita il protagonista. Su questo piccolo slargo dal XII secolo si affacciava il Convento di San Francesco d’Assisi. Qui la toponomastica ha segnato i passaggi del tempo: nel 1832 era Largo dei Gesuiti, è diventata piazzetta degli Studi nel 1871, fino a divenire piazzetta Giosuè Carducci nel 1904.
Agli inizi dell’Ottocento al centro di questa piazza c’era una guglia sulla cui sommità era collocata una statua dell’Immacolata. Adesso vi è un busto del poeta commissionato allo scultore leccese Luigi Guacci.
Secondo le tradizioni nell’originario convento (poi divenuto caserma di cavalleria, quindi real collegio e oggi sala espositiva) avrebbe soggiornato San Francesco. Sarebbe stato lui ad aver piantato quell’albero di arancio che – dopo essere stato oggetto di imperitura adorazione – è finito con l’essere estirpato per far spazio ai servizi igienici realizzati quando la vecchia chiesa ha conosciuto la sua nuova fase evolutiva come location di mostre e rassegne.
Proprio Ozpetek ha dichiarato “Ho cominciato a frequentare Lecce poco alla volta, mi portavano in giro a vedere dei posti, conoscevo le persone e così ho finito per innamorarmi dei leccesi e della città”.
Le cose da vedere sono infinite e le mille decorazioni del barocco appagano l’occhio anche più pretenzioso. Il colore della pietra leccese baciata dalla luce del sole crea atmosfere magiche, mentre le viuzze del centro sono uno scrigno di tesori le cui pareti sono le case signorili – due o tre piani al massimo – da cui si affacciano i balconcini tipici della città.
Non resta che raggiungere la meta, poi vedere il film e lasciarsi scappare “questo posto l’ho già visto”…
la Lecce di Ferzan Ozpetek

davvero carina l’idea di abbinare i film alle città.
un blog davvero interessante.
Mafalda
SINCERI COMPLIMENTI
MIRKO
Davvero interessante,
complimenti!!!